Come l’ultimo punto di sosta, anche questo faceva un tempo parte di un grande plateau calcareo che successivamente si frammentò in tre unità minori, ora distribuite tra la zona del lago Zollner e il passo Pramollo. Qui però, contrariamente all’altro, dominano fossili grandi: i gigli di mare o crinoidi. Nella roccia si possono trovare anche alghe calcaree, foraminifere e gastropodi fossili. I gigli di mare devono il loro nome alla loro forma di fiore, ma sono organismi animali che popolano ancor oggi i mari. Sono dotati di un peduncolo con radici che si ancora saldamente al fondo del mare. All’estremità superiore del peduncolo spuntano da una sorta di fiore, la cosiddetta corona, i tentacoli dell’animale. I singoli elementi delle parti dure dell’animale, formate da calcare, hanno perso la loro consistenza dopo la morte. Pertanto è raro ritrovare gigli di mare integralmente conservati. In genere, come in questo caso, si trovano solo alcune parti.
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