Ugovizza (Malborghetto Valbruna)
Le miniere del Monte Cocco
IndietroL’itinerario ad anello si sviluppa lungo il primo tratto della Val Rauna per proseguire poi lungo la Val Uqua e il suo affluente il Rio Tamer.
Lungo il percorso si incontrano in più punti le testimonianze della passata attività di estrazione di ferro-manganese: tra questi il Villaggio Minerario del Monte Cocco e le tracce dei terrazzamenti sui quali sorgevano le strutture a servizio dell’attività mineraria. Si ipotizza che queste miniere fossero sfruttate già in età romana, ma i primi dati certi risalgono al XV-XVI sec.
Lo sfruttamento è proseguito, a fasi alterne, fino alla fine degli anni ’40. Il percorso si snoda lungo terreni paleozoici che vanno dall’Ordoviciano superiore al Carbonifero inferiore (460-330 milioni di anni); particolarmente interessanti sono alcuni affioramenti del Siluriano (443-419 milioni di anni fa), sia per il loro contenuto in macrofossili – ad esempio Ortoceratidi, dei molluschi cefalopodi dalla conchiglia a forma di cono – sia perché si tratta delle rocce fra le più antiche presenti in Friuli Venezia Giulia. Una deviazione dell’anello permette di raggiungere anche la cima del M.te Cocco e i resti di uno degli imbocchi delle gallerie.
L’itinerario si snoda in parte su pista forestale e in parte su sentiero. Si raccomanda la corretta attrezzatura da escursionismo. Non vi sono fonti di approvvigionamento di acqua lungo il percorso.
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1La Formazione di Zollner
In questo punto è possibile osservare gli affioramenti delle rocce della Formazione di Zollner, datate al Carbonifero inf., (346-330 milioni di anni). Sono costituite da rocce che si sono formate in un ambiente marino in approfondimento per deposito sul fondale di fanghi silicei a radiolari (organismi planctonici unicellulari a guscio siliceo).
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2I Calcari del Siluriano
L’affioramento che si può osservare in questo punto è costituito da calcari risalenti al Siluriano (443-419 milioni di anni). Si tratta di calcari nodulari rossastri, ricchi in ortoceratidi, molluschi della classe dei cefalopodi (attualmente rappresentati da seppie, calamari e polpi), comparsi nell’Ordoviciano (450 milioni di anni) ed estinti nel Triassico sup. (210 milioni di anni), e il cui massimo sviluppo si ebbe nel Siluriano.
Le rocce sedimentarie del Siluriano sono in Italia estremamente rare, si rinvengono infatti solo in pochi affioramenti carnici e in Sardegna; questo il motivo per cui le faune ad ortoceratidi del Monte Cocco sono di estremo interesse per i paleontologi
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3Le miniere del M.te Cocco e il Villaggio minerario
In questo geostop è visibile ciò che ancora oggi rimane del Villaggio Minerario: l’edificio principale (nella foto) e le tracce dei terrazzamenti sui quali sorgevano le strutture a servizio dell’attività mineraria.
I minerali estratti nelle Miniere del M.te Cocco fornivano primariamente ferro e secondariamente manganese. Le fasi iniziali dell’attività di estrazione mineraria erano probabilmente legate alle presenza nella Valle del Fella, nel periodo tra il 1300 e il 1600, di fucine attive nella lavorazione del ferro e di altri metalli. Documenti storici documentano che l’area venne sfruttata occasionalmente a partire dal 1560 e con maggior continuità nel periodo finale del dominio asburgico. L’attività estrattiva raggiunse il suo apice nel periodo tra il 1937 e il 1940 e nel 1938 venne edificato il Villaggio Minerario. Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale l’attività venne sospesa per cessare definitivamente nel 1947. Nel periodo tra il 1956 e il 1958 si svolsero nuove indagini di approfondimento, ma l’attività estrattiva non venne più ripresa e nel 1962 il villaggio minerario, ad eccezione dell’edificio principale, venne smantellato.
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4La Formazione di Bischofalm
Le rocce della Formazione di Bischofalm hanno la stessa età dei calcari siluriani (443-419 milioni di anni) ma sono costituite da argilliti scure. La formazione di queste rocce è legata alla presenza di fondali scarsamente ossigenati che hanno favorito la conservazione della materia organica inglobata nelle argille che sedimentavano sul fondale; è la presenza della materia organica che conferisce alla roccia il suo caratteristico colore scuro.
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5La Formazione dell’Uqua: le rocce più antiche d’Italia
Le rocce della Formazione dell’Uqua sono datate all’Ordoviciano sup. (458-443 milioni di anni) e, assieme alle rocce coeve della Sardegna, sono le rocce sedimentarie più antiche d’Italia. L’affioramento è costituito da peliti e areniti fini, formatisi in ambiente marino poco profondo (alcuni metri) e in un clima freddo. Le ricostruzioni paleogeografiche indicano che durante l’Ordoviciano l’area carnica si trovava nell’emisfero meridionale a latitudini comparabili con l’attuale circolo polare antartico.
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6L’entrata della miniera
In questo geostop, a quota di circa 1878 m slm, sono ancora visibili i resti di un accesso ad un livello di coltivazione mineraria, probabilmente quello a quota più elevata.
In prossimità dell’accesso sono presenti blocchi di roccia di colore grigio scuro di dimensione da centimetrica a decimetrica; si tratta di materiali scartati. Questi materiali sono particolarmente ricchi in ferro; per averne la prova basta essere muniti di un magnete, il quale avvicinato al materiale roccioso ferrifero, vi rimane saldamente unito.
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7La vetta del Monte Cocco
Il Monte Cocco (1941 m slm) deve il suo nome al toponimo austriaco Kokberg, che significa cima arrotondata. La forma tondeggiante della cima è il risultato dall’azione erosiva dei ghiacciai che, durante l’ultima espansione glaciale (circa 20-23.000 anni fa), ricoprivano completamente le vette attualmente inferiori ai 2200-2300 m di quota. In questo punto sono abbondanti gli affioramenti di calcari nodulari dalla caratteristica colorazione rosso mattone; risalenti al Devoniano inf. (419-382 milioni di anni) sono legati alla presenza di ambienti di deposizione relativamente profondi dove si depositavano fanghiglie prevalentemente calcaree.
Dalla cima del Monte Cocco si può godere di un ampio panorama sulle Alpi Carniche a occidente e Alpi Giulie ad oriente.